Le barbabietole pulp del Nordest

Un estratto dell’articolo di Lorenzo Mazzoni pubblicato questa settimana nel suo blog sul sito de Il Fatto Quotidiano:

“[…] Fra le tematiche più importanti affrontate da Sugarpulp risalta, e al contempo fa da collante, il legame con il territorio, non importa quale, che sia il profondo Veneto o il Texas, la periferia padovana o il mar Mediterraneo, quello che interessa proporre come merce di scambio con i lettori è la conoscenza della propria terra, il raccontare storie senza troppi fronzoli, con ironia e intelligenza, diffondere una narrativa popolare aperta a tutti, per tutti. Fare discutere, fare cultura.

[…] basta leggere l’opera prima di Matteo Righetto, Savana Padana (Zona Editrice, 2009), salutata dalle pagine de Il Sole 24ore come la nascita del nostro Quentin Tarantino che alla cinepresa preferisce la penna, o il successivo Bacchiglione Blues (Perdisa Pop, 2011), entrambi spietati affreschi della rude quotidianità rurale veneta, un’antropologia pulp dei barfly di paese, delle usanze zingare, slave e locali. […]

Anche nel sorprendente La ballata di Mila, di Matteo Strukul (e/o Edizioni, 2011) attualmente in lizza fra i quindici finalisti del prestigioso Premio Giorgio Scerbanenco-Courmayeur Noir in Festival, fra gang affiliate alle triadi cinesi, cosche di endemica tradizione locale, la periferia padovana e l’aria non troppo pulita della bassa, quella che emerge è una conoscenza capillare del territorio […].

[…] E ancora, se si ha voglia di addentrarsi in una buona indagine, rimanendo nel mondo Sugarpulp, si può leggere Giacomo Brunoro, presidente dell’associazione culturale, autore insieme a Jacopo Pezzan di una fortunata serie di audiolibri e di ebook che ripercorrono i grandi casi della cronaca nera italiana, dal mistero di Unambomber alla vicenda del Mostro di Firenze, con un’attenzione particolare al rapporto tra delitti e territorio scavando a fondo nel lato oscuro della provincia.

Il recente Sugarpulp Festival, svoltosi al Centro Civico d’arte e cultura Altinate/San Gaetano di Padova, ha visto tra i protagonisti Jeffery Deaver, Joe R. Lansdale, Massimo Carlotto, Victor Gischler, Jan Wallentin, Tim Willocks e ha ottenuto uno sbalorditivo riscontro di pubblico giovane e agguerrito. Lo stesso Lansdale ha dichiarato che si è trattato del miglior festival letterario a cui abbia partecipato, opinione assolutamente condivisibile, soprattutto per la mancanza di snobismo, di pallidi incontri letterari a cui siamo purtroppo abituati, e di quella mediocre nicchia di letterati ormai indelebilmente rodati a parlarsi addosso per la mancanza di spettatori.

Leggi tutto l’articolo di Lorenzo Mazzoni nel sito de Il Fatto Quotidiano

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