[…] Da un punto di vista prettamente musicale siamo di fronte a puro rock di matrice USA: suoni rotondi e pesanti, belle armonizzazioni, canzoni senza troppe sovrastrutture costruite con riff decisi e ritornelli che funzionano sempre. Protagonista assoluta la voce di Sammy Hagar che, proprio come il buon whiskey (ma lui preferisce la tequila), migliora anno dopo anno. Satriani dimostra di trovarsi perfettamente a suo agio nel ruolo di guitar hero al servizio della band, intessendo una serie di ritmiche funzionali e mai banali che vanno ad alternarsi ad una serie di assolo da scuola del rock (molto bello anche il suono delle sue chitarre, sempre molto pieno e con sfumature liquide che esaltano le armonie e le urla di Hagar). La sezione ritmica dal canto suo non sbaglia un colpo e quindi ecco che tutto va inevitabilmente al posto giusto […]
Molto interessante infine notare come i Chickenfoot abbiano dimostrato un’attenzione altissima alla comunicazione 2.0 fin da subito, regalando ai fans podcast video e audio di ogni genere, con una presenza costante nei social network, offrendo nel loro sito una serie di spaccati quotidiani dallo studio e dal tour, curando nei mini dettagli anche i più piccoli particolari del digital booklet, o con idee come la confezione interamente in 3D con tanto di occhialini dell’ultimo cd. Il tutto fatto con un feeling e una voglia di divertirsi che è davvero difficile trovare in artisti di quest’età e di questo livello (la mente va inevitabilmente a gente come i Metallica, ormai ingrigiti businessman privi di idee) […]
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