La Rai ha fatto una scelta di campo

Così scrive Aldo Grasso sul Corriere di oggi:

“[…] L’atteggiamento della Rai è di non facile lettura, e comunque non in linea con la nozione di Servizio pubblico (SP) rappresenta­ta ad esempio dalla Bbc, che fin dalle origini ha par­torito l’idea della tv come bene comune di importan­za nazionale, al pari della luce, del gas, dei trasporti. Il SP, in quanto retto da un canone, dovrebbe fare in modo che i suoi servizi siano totalmente pubblici (parliamo delle reti gene­raliste), e cioè visti dal più alto numero di persone, indipendentemente dalle piattaforme di trasmissio­ne, considerate «tecnolo­gicamente neutrali». Il fat­to che la Rai sia entrata in conflitto con Sky, con il ri­schio di negarsi a quasi cinque milioni di fami­glie, costituisce un uni­cum in Europa. In nessun altro Paese le politiche dei public service broadca­sting hanno condotto alla ritirata da una piattafor­ma distributiva. Talmente un unicum che il governo italiano ha già pronta una legge che servirà a giustifi­care il divorzio […].”

Trovate il resto dell’articolo sul sito del Corriere.

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