Ringrazio Paolo Zardi per la bella chiacchierata fatta sull’editoria digitale (e non solo). Trovate tutto nel blog di Paolo, intanto un piccolo estratto:
“[…] Prima quando si parlava di filtro editoriale non ho volutamente citato le librerie perché credo che oggi come oggi le librerie abbiano perso il loro ruolo di filtro editoriale, per lo meno quelle di catena. Discorso diverso va fatto per le librerie indipendenti che sono ancora un punto di riferimento per molti lettori ma per cui vedo un futuro molto difficile.
Il problema del futuro delle librerie però è strutturale: quante botteghe di sartoria sono ancora aperte? quante videoteche sonorimaste aperte? quanti negozi di dischi sono rimasti aperti? Eppure credo che siamo tutti d’accordo nel ritenere che il cinema e la musica siano forme di espressione assolutamente equiparabili alla lettura per quanto riguarda il loro valore culturale e artistico. Nonostante tutto la musica non è morta (anche se da quando non c’è più Frank Zappa non si sente più molto bene).
Il punto di fondo è che i libri, la letteratura e tutto la filiera editoriale, stanno sul mercato con la pretesa che per loro debbano valere leggi diverse perché rappresentano la CULTURA. Purtroppo le cose non sono così e, cosa che mi rattrista sempre di più, in Italia questa situazione è enormemente amplificata”.
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