Leggere o rileggere?

Mi capita spesso di pensare a tutti quei libri che vorrei rileggere. Ce ne sono alcuni che evito accuratamente di prendere in mano perché so che se lo facessi resterei intrappolato inesorabilmente. Libri che ho letteralmente divorato e ogni volta mi diverto e mi emoziono come se fosse la prima volta.

Eppure esistono così tanti libri che non ho ancora letto che ha senso “perdere” tempo per tornare a sfogliare pagine già lette? In alcuni casi rileggere è indispensabile dato che esistono alcuni libri non possono essere esauriti in un’unica lettura, ma nella maggiorparte dei casi si tratta, semplicemente, di piacere allo stato puro.

I problemi a questo punto sono fondamentalmente due: tempo e selezione.

Leggi tutto l’articolo nel blog di Sugarpulp

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Comments (

2

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  1. Paolo Zardi

    Ci sono libri che vale la pena rileggere… Nel mio caso, “Il giovane Holden” (letto a 12 anni, 20 e 30 (l’ultima lettura è stata una grande delusione)), “Alzate la trave, carpentieri e Seymour, un’introduzione” (12 e 30), “L’insostenibile leggerezza dell’essere” (16 e 28), “Pastorale americana” (35 e 39), “Cuore di tenebra” (30 e 41), “Ingenuo sentimentale amante” (26 e 38), “La spia perfetta” (26, 39).

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  2. Giacomo Brunoro

    Io ne ho riletti tanti, tantissimi (per farti capire quanto male sono messo ho letto tutta la Recherche un paio di volte più altre ri-letture random…).

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