Scrive Luca Telese nel suo blog: “[…] A pensarci bene, ciò che sta corrodendo come un acido muriatico l’immagine di SIlvio Berlusconi, non è lo stereotipo antico del satiro, e nemmeno quello un po’ più pecoreccio del “vecchio porco” che tocca e sbava, ma il colore crepuscolare della scena, la figura dell’allupato inconsapevole, dell’amico raggirato dai Fede-lissimi, della gallina delle uova d’oro, spennata e abbindolata. Come un nonno rimba chiuso nell’ospizio del sesso, mentre chi gli sta intorno si disputa i suoi beni […]”.
E ancora: “[…] C’è molto più rispetto per Berlusconi negli antiberlusconiani duri che lo prendono sul serio, nelle berlusconcine infami, che si sorbivano la proiezione dei suoi discorsi alle folle in delirio, e poi lo flagellavano con il loro feroce scherno […]”.
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