C’è una pagina di Gorge Orwell, l’ultima del libro Omaggio alla Catalogna, che mi affiora alla memoria ogni volta che comincio a leggere (o a rileggere) un romanzo di Agata Christie: “E finalmente l’Inghilterra: l’Inghilterra meridionale, forse il più dolce paesaggio del mondo. E’ difficile quando la si attraversa, soprattutto mentre ci si riprende dal mal di mare col velluto di un treno internazionale sotto la testa, credere che qualcosa stia succedendo nel mondo. Terremoti in Giappone, carestia in Cina, rivoluzione nel Messico? Non preoccupiamoci, il latte sarà sulla porta di casa domani mattina, il New Statesman uscirà puntualmente venerdì. Le città industriali erano lontanissime, macchia di fumo e di miseria nascosta dalla curva della superficie terrestre. Qui era ancora l’Inghilterra della mia infanzia: la linea ferroviaria scavata nella parete rocciosa e nascosta dai fiori di campo, i prati profondi dove i grandi cavalli lustri pascolano meditabondi, i lenti rivi orlati di salici, i verdi seni degli olmi, le peonie nei giardini dei cottages; e poi l’immensa desolazione tranquilla della Londra suburbana, le chiatte sul fiume limaccioso, le strade familiari, i cartelloni che annunciano gare di cricket e nozze regali, gli uomini in cappello duro, i colombi di Trafalgar Square, gli autobus rossi, i policemen in blu: tutto dormiente del profondo, profondo sonno dell’Inghilterra, dal quale temo a volte che non ci sveglieremo fino a quando non ne saremo tratti in sussulto dallo scoppio delle bombe”.
Leggi tutta la prefazione nel blog dedicato ad Agatha Christie.
Rispondi