La felicità dei cani e L’ombra del falco: due romanzi strepitosi

In questi giorni ho avuto la fortuna di leggere due romanzi strepitosi: La felicità dei cani di Adamo Dagradi e L’ombra del falco di Pierluigi Porazzi.

Il primo è un gran bel poliziesco, un giallo colorato di nero che sembra sbucato da uno schermo americano acido ed cattivo.  Non ci sono buoni ne La felicità dei cani, ma tutti i personaggi sono assolutamente “umani”. I veri protagonisti di questa storia che parte lenta e che decolla con un ritmo forsennato sono due: la città in cui è ambientata la storia (io dico Genova: si si, è lei) e il XX Distretto. E poi sotto c’è una storia che fila, uno stile mai banale, colori sfuocati che ti fanno respirare l’odore di un inverno gelido che schiaccia una città di mare in cui si sente troppo la puzza di marcio. Un gran bel libro e, oggi come oggi, non è affatto cosa da poco.

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L’ombra del falco invece è una droga: un thriller allucinato che ti tiene incollato dall’inizio alla fine e che butta sul tavolo una serie di personaggi indimenticabili. Una volta che l’hai iniziato lo devi finire.  Tra le pagine di Porazzi trovi tanta puzza di vita, una storia che non ha nessuna sbavatura, uno stile secco ed essenziale che mantiene alto il ritmo della storia, una scrittura che riesce a raccontare il territorio e l’orrore (quello macabro e splatter del serial killer e quello corrotto ed ordinario della societa’ normale) in maniera agghiacciante. Da leggere per rendersi conto di quanto siano sopravvalutati certi “maestri”: se un libro del genere arrivasse dalla Svezia o dagli Stati Uniti tutti avrebbero già urlato al capolavoro. Splendide poi certe piccoli citazioni che colpiscono al cuore i nerd  come me (la spilletta del Punitore, il pupazzetto di Iron Man). E già che ci sono me la tiro un po’, dato che ho indovinato tutto nelle prime 60 pagine seguendo il metodo di papa’ Poirot: psicologia e un po’ di cellule grigie (che servono soprattutto per decifrare il vero indizio che ci dà Porazzi a metà libro e che ha confermato la mia intuizione iniziale).

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