Intervista di Anita Blonde e Daze(d) a Matteo Righetto, autore di Savana Padana (dal sito house of books).
Come nasce l’idea per questo romanzo?
Molto semplicemente mi sono guardato intorno e dopo aver osservato con ironia il tessuto sociale veneto ho pensato di scrivere una storia che fosse da un lato ispirata alla quotidiana realtà che ci circonda, ma che fosse però dall’altro anche filtrata in chiave grottesca, iperbolica, pulp. Insomma volevo assolutamente scrivere una storia che fosse sì forte e violenta, ma anche e soprattutto comica. Qualcosa di nuovo, di originale. Perciò ho mescolato insieme mafia cinese, banditismo locale, una gang di zingari, e quel che ne è uscito è un cocktail suggestivo…
Il romanzo ovviamente è ambientato nel profondo Nordest, un’area che ha vissuto e vive tuttora un progresso economico straordinario, ma che nonostante il suo benessere economico continua ancora a presentare gli aspetti più biechi, bigotti e triviali di una società marcatamente provinciale, una sorta di “terra selvaggia” dove serpeggiano avidità di denaro, mentalità chiuse e meschine, una criminalità multietnica e tutti gli aspetti tipici di una civiltà pregna di retaggi culturali. A tutto ciò ho aggiunto l’ambiente, il paesaggio e non ultima l’afa padana che d’estate si fa asfissiante, un caldo estremo che soffoca ogni cosa e sembra “adesivarsi” sulla pelle.
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