Il calcio è il giuoco più bello del mondo. Lo sport è un’altra cosa, lasciateci giocare e divertirci in pace.
Da sempre il calcio è vittima di enorme equivoco: tutti continuano a ripetere che è uno sport quando invece è un gioco, anzi è il giuoco più bello del mondo.
Basta vedere quello che è successo in questa edizione della Champions League per rendersene conto, per capire che tutto quello che tutti noi intelligentissimi abbiamo ripetuto e continuiamo a ripetere sul calcio è soltanto fuffa.
Quando si parla di calcio pensiamo sempre di sapere una pagina più del libro ma non vogliamo ammettere che questo libro non è mai stato scritto perché, molto semplicemente, come tutti i giochi il calcio sfugge ad ogni regola e ad ogni categorizzazione.
Proviamo a fare qualche esempio.
“Per andare avanti in Champions conta solo il fatturato”, e poi se guardiamo le ultime cinque finali di Champions troviamo 2 volte la Juve e 2 volte l’Atletico Madrid e 1 volta il Borussia Dortmund. Con buona pace di Manchester City e Paris Saint Germain.
“Per vincere in Europa bisogna avere un campionato competitivo”, e infatti le squadre inglesi che hanno il campionato più competitivo d’Europa non giocano una finale di Champions dal 2012. Mentre in Spagna e Germania il campionato è ridicolo eppure…
“I vincenti non parlano mai degli arbitri”, peccato che tutti i perdenti non fanno altro che lamentarsi degli arbitri. Andatelo a dire a Guardiola, a Mourinho, a Capello… finché vincono sono tutti signori, quando perdono è sempre colpa degli altri.
“In Champions è fondamentale giocare la seconda partita in casa per passare” e infatti, solo per fare qualche esempio, l’anno scorso la Juve eliminò il Barcellona giocando la seconda fuori casa e fece lo stesso con il Real Madrid nel 2013.
“Guardiola è il miglior allenatore del mondo e blablabla…” e infatti ha allenato squadre con budget infiniti come Bayern Monaco e Manchester City senza mai neanche andare in finale di Champions. E potremmo dire lo stesso di Mourinho (vedi Real Madrid, Chelsea e più recentemente Manchester United).
“È importante avere un campionato competitivo per avere una buona nazionale”. Andatelo a dire all’Inghilterra che non gioca una finale di un mondiale dal ’66, o al Brasile che ha un campionato che pare la Serie B tedesca, per non parlare dei Campioni del Mondo tedeschi o della Francia che hanno sempre avuto il campionato delle patatine, o al Belgio di oggi.
“Tizio, Caio e Sempronio sono allenatori pazzeschi ma non hanno le squadre forti, se no sai che roba…” e infatti i vari Maifredi, Zeman o Del Neri quando hanno avuto squadre importanti hanno ottenuto risultati della Madonna…
E potrei andare avanti per ore con disamine tecnico-tattiche che valgono per una domenica e poi inspiegabilmente non contano più nulla la domenica dopo. Tutti sono convinti di saperla lunga e non vogliono accettare che nel calcio ogni partita fa storia a sé e che le grandi teorie restano tali.
Un grandissimo come Sacchi fuori dal Milan non è più riuscito a vincere nulla (né a far giocare le sue squadre come quel Milan) perché, al di là delle teorie, probabilmente era più importante l’alchimia che si era creata in quel gruppo irripetibile di campioni.
Perché nel calcio è vero tutto e il contrario di tutto, ma soltanto una cosa conta davvero: fare un gol in più del tuo avversario.
Update dopo Real Madrid – Juventus 1 a 3
La partite del Bernabeu (una delle più incredibili che mi sia capitato di vedere) conferma al 100% quando scritto sopra, soprattutto che chi vince esulta e chi perde si lamenta degli arbitri.
Rispondi