[…] Poi a un certo punto arriva Walter Simonson e uno non ci capisce più niente: orde di demoni cyberpunk che arrivano dallo spazio profondo (100 a 1 che i mostroids che avete visto nel mitico finale di Avengers sono figli delle tavole di Simonson), Odino che sembra abbandonare il suo figlio preferito, un orrendo e fighissimo guerriero con la faccia da cavallo che riesce ad impugnare il Mjonlnir, Thor preso letteralmente a calci in culo, tutto il phanteon nordico rivoltato come un calzino, Loki che ne combina di cotte e di crude, un nuovo cazzutissimo martello forgiato dai nani e miracolato da Odino in persona, Valchirie sensualissime, streghe ammaliatrici, giganti osceni e mostri innominabili riemersi dalla notte dei tempi.
E poi, quasi dimenticavo, Odino muore.
Insomma una figata assurda, quel fumetto di colpo per me era diventato qualcosa di incredibilmente vivo, di contemporaneo. E questa è la magia dei grande autori: trattare materiale vecchio di secoli (perché alla fine è di questo che stiamo parlando) trasformandolo in qualcosa di attuale, di vivo. […]
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