Il mondo dell’editoria è in subbuglio perché Amazon ha dichiarato che dopo il primo esperimento fatto quest’anno l’anno prossimo pubblicherà più di 100 titoli. In pratica l’azienda di Seattle ha deciso di mettersi a fare l’editore.
La cosa ha subito scatenato reazioni scomposte da parte dei gruppi editoriali internazionali (non parliamo di quelli italiani poi…), con i grandi editori letteralmente indignati per questa decisione. Del resto basta leggere titoli come “Amazon bypassa gli editori: accordo diretto con gli autori”, oppure cose come “Amazon aggira gli editori” e compagnia cantante.
Ora io mi domando perché se gli editori possono aprire delle librerie senza che nessuno dica niente tutti invece si sono meravigliati se non addirittura indignati perché Amazon, che in fin dei conti altro non è che una libreria, ha deciso anche di pubblicare direttamente libri?
Quello che davvero non sopporto è la disonesta intellettuale di chi millanta principi inesistenti e parole come cultura soltanto per difendere in maniera spudorata interessi consolidati (quando non si tratta di privilegi). Come al solito ci si riempie la bocca di parole come libero mercato, concorrenza e bla bla bla bla ma appena il proprio orticello viene invaso si scatenano reazioni che neanche ai tempi della restaurazione.
Finché Amazon vende i tuoi libri in tutto il mondo e ti fa fare affari d’oro allora è uno splendido partner commerciale e il mondo è bellissimo, appena Amazon scende in pista e diventa un tuo concorrente allora il mondo è una merda e Internet, la rete e l’editoria digitale in genere diventano “il male”.
Poveri sconfitti dalla storia che si ostinano a voler svuotare il mare con un cucchiaino, quando l’onda arriverà verranno completamente travolti.
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