Stanotte alle 2.15 ho chiuso “L’eroe dei due mari”, di Giuliano Pavone. L’ho chiuso e mi sono incazzato perché finire un libro così bello è un peccato. Ti viene il nervoso anche se sai che ogni libro prima o poi deve finire, ma è davvero un peccato sfogliare le ultime pagine di un libro che ti ha regalato così tante emozioni.
Capitolo dopo capitolo si alternano emozioni spontanee, vere, che ti travolgono e che, proprio quando meno te l’aspetti, ti stupiscono. Non trovo le parole per descrivere questo libro. Un capolavoro. Ecco cos’è questo libro. Un capolavoro.
Una dichiarazione d’amore ad un città, Taranto, che è la vera protagonista di una storia scritta con uno stile ed un ritmo magistrali. Una serie di personaggi vivi, che ti contagiano con le loro passioni, le loro miserie, i loro amori, la loro voglia di vita.
E poi leggendo questo libro si ride di gusto: alcune battute e alcune scene fanno proprio scompisciare, ma ci sono momenti in cui tra le labbra ti affiora una risata amara, malinconica.
Dentro a questo libro c’è molto più di quanto possa sembrare: leggetelo perché qui si racconta un pezzo d’Italia, qui dentro ci trovate tanta vita. E poi quando vi ricapita tra le mani un libro così bello? E dai cazzo…
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