Sfogli il Corriere e scopri che a quanto pare sulla Terra esistono ancora posti lontani. Uno di questi è l’isola di Sant’Elena.
Niente aerei. E’ rimasto un vecchio postale britannico (l’ultimo in attività nel regno di Sua Maestà) che sbarca sull’isola 2 volte all’anno. 200 km dalle coste africane. 4mila abitanti circa. Ci si arriva soltanto dopo 5 giorni di navigazione.
Un paradiso, anche se non credo che Napoleone la pensasse così. Adesso c’è anche internet, ma la tv l’hanno vista per la prima volta nel 1994. Nei secoli scorsi almeno l’isola era uno scalo importante per le navi che andavano in Asia, ma poi hanno aperto il canale di Suez e buonanotte.
Un’isola che (quasi) tutti conoscono ma che poi in realtà in pochissimi hanno visitato davvero, dato che i turisti sono circa 1.200 all’anno . Per gli europei che hanno un minimo di dimestichezza con la Storia quest’isola è sinonimo di esilio, di lontananza estrema, di solitudine, di un passato che è stato grande, di meditazioni lunghe e solitarie.
Sono passati più di 150 anni e la situazione a quanto pare è ancora quella. Anzi, adesso che il mondo è diventato più piccolo e tutto è più vicino Sant’Elena è diventata ancora più lontana. Dando un’occhiata a Google Earthe e alle poche foto che si trovano in rete l’isola sembra bellissima: verde, selvaggia, rocciosa, elegante. Si può provare nostalgia per un posto in cui non si è mai stati? A volte credo di si.
Prossima partenza per Città del Capo: 5 ottobre.
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