Il Natale del 1975 Agatha Christie fece morire in “Sipario” il suo personaggio più famoso, Hercule Poirot. Era un piccolo investigatore belga rifugiato in Gran Bretagna durante la Grande Guerra: aveva baffi neri, abiti impeccabili, testa a forma d’uovo, una mania minuziosa per le simmetrie. Da un pezzo la Christie ne era stufa, tanto che fatale dattiloscritto era pronto fin dal 1945; ma perché ammazzare un vitello grasso? Quel 1975 il fisico della signora girò al peggio, non ci fu il solito nuovo romanzo consegnato a marzo e così si decise, tirò fuori l’inedito, proclamò calata la tela e ricondusse il suo omarino a spegnersi nella stessa villa di campagna dell’Essex in cui aveva per la prima volta recitato con lei, nel 1920.
Le portò male. Dopo neanche tre settimane la simmetria di Poirot si vendicò. Il 12 gennaio 1976, a ottantacinque anni, morì la Christie; anche lei in campagna, anche lei “vecchia e quasi storpiata dall’artrite, grinzosa, invisibile agli estranei da ormai molti anni”.
Leggi tutta la prefazione di Claudio Savonuzzi nel blog dedicato ad Agatha Christie.
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