No More Sabbath, fine di una leggenda. Sabato a Birmingham l’ultimo concerto di una delle band più rivoluzionarie della storia della musica.
Sabato sera a alla Genting Arena di Birmingham i Black Sabbath hanno suonato per l’ultima volta dal vivo.
Proprio a Birmingham, dove tutto era partito nel 1968. Il The End Tour ha portato questi arzilli nonnetti a spasso per 4 continenti, con 81 concerti in 26 nazioni diverse.
Non credo che potranno tornare a suonare tutti insieme, o perlomeno di sicuro non affronteranno più un altro lungo tour.
Ozzy è andato da un pezzo ma finché c’è Sharon a manovrare la macchina continueranno a spremerlo come una gallina d’oro. Toni Iommy ha passato quello che ha passato è difficilmente avrà le forze e la voglia di affrontare l’ennesimo tour mondiale.
E poi l’età è quella che è, già ora il confine con il ridicolo nel vederli sul palco è molto sottile, ad un certo punto credo sia giusto che i miti accettino il loro ruolo e scendano definitivamente dal palco.
Cinque concerti memorabili
Ho visto per la prima volta i Black Sabbath dal vivo nel 1992, al mitico Monsters Of Rock di Reggio Emilia, quando a cantare c’era Ronnie Dio. Ozzy invece l’ho visto per la prima volta a Milano nel ’96, era il tour di Ozzmosis e alle chitarre c’era Joe Holmes.
I Sabbath li ho rivisti altre due volte, sempre a Milano nel 2007 e sempre con Ronnie James Dio all voce (anche se si chiamavano Heaven & Hell visto che Sharon Osbourne nel frattempo si era comprata il marchio Black Sabbath), poi alla Sports Arena di Los Angeles nel 2013 (con Ozzy alla voce). Ozzy invece l’avevo rivisto dal vivo a Milano nel 2007, questa volta con Zakk Wylde alle chitarre. Cinque concerti memorabili, ognuno per un motivo diverso.
Del ’92 ricordo una versione incredibile di Children Of The Sea e la delusione per l’esclusione di Paranoid dalla scaletta. Nel ’96 rimasi impietrito da un’esecuzione folle di Bark At The Moon, ultimo pezzo in scaletta di un concerto compatto e tiratissimo.
Nel 2007 sono rimasto annichilito dal muro di suono tirato su da Toni Iommy, un qualcosa che non si può descrivere se non lo si è provato dal vivo. Il suono. Un po’ sottotono invece Ozzy nel 2007 all’idroscalo, però il solo Zakk Wylde valeva lo spettacolo.
Quasi un’esperienza religiosa infine il concerto del 2013 a Los Angeles: per la prima volta vedevo i Black Sabbath nella loro storica formazione originale, in più a Los Angeles. Anche qui Toni Iommy e la sua Gibson hanno svettato su tutti, con un suono a dir poco terrificante.
Non sono un critico musicale e non so che posto possano avere i Black Sabbath nel gotha della musica mondiale, quello che posso dire è che prima di loro nessuno aveva suonato quelle cose in quel modo. E neanche dopo di loro, ad essere sinceri. Senza i Black Sabbath non avremmo mai parlato di Metal, di Trash, di Grunge e di tutte le varianti estreme che hanno contraddistinto la seconda metà degli ’80.
I loro album suonano ancora oggi incredibilmente attuali, densi di un fascino spettrale che fa risplendere di nero ogni singola nota.
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