10 domande che fanno rimpiangere a uno scrittore di non essere un semplice lettore, lista inutile featuring Fulvio Luna Romero per l’Ex Zona San Siro Picture Show
Ormai le liste inutili pubblicate dall’Ex Zona San Siro Picture Show sono diventato un must assoluto. Parliamoci chiaro, oggi come oggi se non hai pubblicato una lista inutile come special guest in questo blog non sei nessuno. Lo so, è brutto da dire ma è così.
Sono orgoglioso quindi di presentare una le 10 domande che fanno rimpiangere a uno scrittore di non essere un semplice lettore, lista inutile featuring Fulvio Luna Romero. Lo so, i libri e gli scrittori sono ormai un argomento di nicchia, ma durante le feste ci piace parlare di un po’ di tutto. E ora buon divertimento, interrompete per un attimo di scrivere il vostro libro pallosissimo che non leggerà mai nessuno e dedicatevi a leggere qualcosa di veramente inutile.
E cosa stai scrivendo di bello?
Ci sono scrittori e scrittori. Ci sono domande che uno non vuole ascoltare ma, soprattutto, risposte che toglierebbero la voglia di vivere a chiunque. Allora, che siate ad un caffè, ad una cena o dove vi pare, non rivolgete mai questa domanda ad uno scrittore. Perchè nella migliore delle ipotesi non ha la minima voglia di parlarne, e siete salvi. Nella peggiore potreste ritrovarvi ad ascoltare una descrizione stracciapalle di tre ore e mezzo, farcita di ogni particolare, di un romanzo che non vedrà mai la luce, nemmeno se nascesse su una spiaggia della Sicilia a ferragosto.
Scrivi? Wow, mi regali un tuo libro autografato?
Certo! Perché no? Vuoi mica che i miei libri siano in vendita? Vuoi mica che io porti a casa ‘sti 5 euro dalle vendite? Del resto scrivo, mica lavoro… Ecco, se volete evitare di essere insultati, questa domanda non va mai posta. Se, invece, lo scrittore è educato, non vi mancherà di rispetto, ma vi manderà delle maledizioni che vi costringeranno ad una costante permanenza in una stanza ben precisa della casa, colti da spasmi irrefrenabili.
Ah ah ah! Su ‘sta cosa qua ci potresti scrivere un libro!
Ok. Su tutto si può scrivere un libro. Ma noi non lo faremo. Perchè ci sono cose che, lo giuro, non ci interessano. E tanto meno intereserebbero ad un potenziale pubblico che non avremo mai se scrivessimo cose simili. Quindi: il collega demente, il nonno che cade dalla sedia, la macchina a cui non hai messo il freno a mano, l’ombrello che non si apre sotto il diluvio non sono argomenti interessanti per scriverci un romanzo. Tranne per Moccia. Ma questa è un’altra storia.
Mi piacerebbe scrivere, ma dove lo trovo il tempo?
Ecco. Perchè, di fatto, lo scrittore non fa un cazzo nella sua splendida vita alla Jepp Gambardella, e trascorre le ore passegiando amabilmente, in abiti eleganti. Solo che ogni tanto gli scappa di scrivere, e allora molla quello che sta facendo (calici di champagne, donne, escursioni a cavallo nella brughiera) per mettersi a scrivere. Vuoi mica che dopo esserci smazzati al lavoro per 8/10 ore ci mangiamo le serate, o le mattinate, o i week end per scrivere un capitolo?
Anch’io scrivo! Vuoi leggere qualcosa?
La risposta sarà un sorriso, un “magari”. In realtà il pensiero è uno solo: NO!
Anche a me piacerebbe molto scrivere, ma non sarei mai in grado di scrivere un libro.
A me piacerebbe molto giocare nel Real, ma l’ultima stagione con gli amatori l’ho fatta in panchina. Quindi?
Perché non lo fai finire diversamente, questo libro?
…
L’ho letto, carino. Cioè ci sono cose che non mi piacciono, ma insomma… ah, ho trovato parecchi errori. Te li dico?
Ora, ogni scrittore ha un ego che Godzilla a confronto pare un cucciolo di toporagno. Amiamo alla follia la demagogia nei nostri confronti, adoriamo le yes women e gli yes man. Sognamo che qualcuno che pensa abbiamo scritto una cazzata indecente ci dica “oh, è stupendo!”. Siamo così, dolcemente complicati, sempre più emozionati. Non è bello demolirci in questo modo. Ne soffriremmo.
Ho un’amica che lavora da Mondadori, può servirti?
Ecco, a meno che non sia alla selezione dei manoscritti, o sia la Signora Mondadori, difficilmente ci servirà. E, siccome nel 99% dei casi si tratta di una che fa le pulizie a uffici chiusi e che volete conquistare millantando conoscenze con autori di grido, o ce n’è anche per noi, oppure non spendete il nostro nome.
Perché non pubblichi con un editore grande?
La risposta potrebbe essere molto articolata. Passerebbe dai grandi complotti massonici, alle difficoltà del mercato editoriale, toccherebbe le rive dell’economia politica relativamente al profitto, scivolerebbe lungo i pendii dei grandi distributori. Ma si chiuderebbe, inesorabilmente, con un semplice “perché non mi cagano”.
Terminati questi 10 punti, però, è doverosa una chiusura davvero importante: è vero, queste domande ci stracciano l’anima. Ma voi non smettete mai di farcele, perché senza il nostro pubblico per chi scriveremmo?!?!?!
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