“Finito lo pseudo fair play della gara, dirò la mia sul merito dei libri. Ha vinto un libro [di PIPERNO] profondamente mediocre, una copia di copia, un esempio prototipico di midcult residuale. Ha rischiato di far troppo bene anche un libro letterariamente inesistente [di CAROFIGLIO], scritto con i piedi da uno scribacchino mestierante, senza un’idea, senza un’ombra di responsabilità dello stile, per dirla con Barthes” (Vincenzo Ostuni).
A causa di queste parole Gianrico Carofiglio voleva inizialmente querelare il signor Ostuni poi ha preferito avanzare una richiesta di danni (io ho saputo della cosa da qui).
Ora io non voglio entrare nel merito di cosa sia giusto e cosa sia sbagliato, non ho minimamente le competenze giuridiche per stabilire se Carofiglio abbia ragione o no. Quello che mi sembra evidente è che lo scrittore-magistrato-senatore (sic!) non potesse fare cosa peggiore: a livello umano è entrato direttamente nella mia personalissima top10 degli sfigati (che vuoi che ti dica: querelami…). Ma questi signori come ragionano? Solo per il fatto che vai ad intasare la già intasatissima macchina giudiziaria italiana per una cazzata del genere è deprecabile, ma poi davvero dove vogliamo arrivare? Che mi prendo una querela perché mio figlio di 2 anni ha detto brutto ad un altro bambino all’asilo? Vogliamo davvero arrivare a questo punto?
Spero che da oggi nessuno compri mai più un suo libro (speranza vana purtroppo). Più che una speranza è un sogno e tale resterà: comportamenti così piccoli possono essere tollerati se a farli è un artista maledetto, uno sfigato in cerca di notorietà o un pirletti da quattro soldi, ma se a farlo è un senatore, un magistrato, un “autore” che ha venduto caterve di libri e che da anni va in giro a pontificare a destra e a manca su cosa è giusto e cosa è sbagliato allora no, diventano proprio intollerabili.
E ci tengo a precisare che non ho mai letto nulla di Carofiglio, per me potrebbe essere anche il più grande scrittore italiano dai tempi di Dante, non è questo il punto: qui si parla di humanitas, si parla di spessore di un autore, di una visione della società, di un mondo di valori, di qualità che vanno al di là della scrittura. Che te lo dico a fare…
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