Quanto provinciali siamo noi italiani: in tv scorrono le immagini della cerimonia inaugurali di Londra 2012 e nei social network in tanti scrivono che noi non potremmo mai fare una cosa del genere, che “chi avremmo messo noi al posto di Paul McCartney?”, e via di tafazzismo anti-italiano imperante.
Possibile che nessuno che si renda conto che potremmo fare benissimo una cerimonia inaugurale di portata internazionale schierando nomi altrettanto validi e d’impatto? Per farlo basterebbe smetterla di scimmiottare gli altri: tutto il mondo invidia le nostre unicità nazionali, possibile che qui non se ne renda conto nessuno?
Gli inglesi hanno puntato sul rock e sul pop perché lì hanno fatto la storia e va benissimo, ma perché noi dovremmo fare lo stesso con la nostra storia? Loro hanno esaltato (giustamente) la Rivoluzione Industriale e Harry Potter, i Beatles e Mr. Bean. Ecco, parliamo di Mr. Bean: gli inglesi non si vergognano minimamente di una cagata come Mr. Bean anzi, ne sono orgogliosi. Qui sta tutta la differenza tra noi e loro.
Ma ci rendiamo conto che gli Inglesi, che hanno una sanità di merda, si sono vantati in mondo visione per il loro sistema sanitario? No dico, parliamo di un campo in cui siamo eccellenza assoluta mondiale (sfido chiunque a smentire questa affermazione) ma su cui a nessuno verrebbe mai in mente di puntare in una cerimonia del genere. Così come la nostra enogastronomia, la nostra arte, il nostro territorio, la nostra storia (magari evitiamo quella recente che è meglio…). E parliamo di musica: ma esiste solo il pop? Esiste solo il rock? Ma secondo voi i francesi si sentirebbero inferiori agli inglesi perché loro non possono far suonare Paul McCartney?
Siamo una tale colonia culturale anglosassone/Usa che siamo convinti che gli unici parametri per valutare il valore di una cosa siano i loro, non riusciamo più nemmeno a capire che la potenza internazionale del Made in Italy sta proprio in quello che sappiamo fare meglio degli altri e che è quello che il mondo vuole da noi.
Del resto siamo il Paese (unico peraltro) che fa sfilare i suoi dirigenti prima degli atleti nella parata della cerimonia inaugurale delle Olimpiadi: che te lo dico a fare…
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