Di seguito alcuni estratti dell’intervista a Pietro Parolin, giovane autore veneto che ha vinto un bando regionale di 700mila euro per la realizzazione di un film tratto dalla sua sceneggiatura “Duri e Puri” (Pietro sarà anche il regista del film):
“[…] Lo script nasce da una riflessione sulla crisi: nei momenti di crisi la forbice tra le classi sociali tende ad avvicinarsi, i poveri vogliono salire in altro e i ricchi fanno di tutto per mantenere le loro posizioni […].
Sono partito da fatti cronaca reali che ho utilizzato per i miei scopi tracciando uno spaccato satirico e grottesco della società: il mio obiettivo è quello di fare un film corale all’interno del quale si staglia però la figura del protagonista, un imprenditore veneto che era ricchissimo e che si è sputtanato tutto con con il crack della Lemhan Borthers. Dopo aver perso i schei il resto arriva a ruota: viene scaricato dalla moglie, dall’amante… perde tutto insomma […]”.
“[…] io non dò ricette per la felicità e, soprattutto, il mio non è un personaggio positivo: lui infatti fa di tutto perché le cose tornino com’erano prima della crisi, a lui non interessano i concetti di “giusto” o “sbagliato”, vuole soltanto tornare a fare la vita che faceva prima.
[…] Io non ti racconto i valori di una “vita sana”: spero che chi guarderà il film questi valori li capisca perché, molto semplicemente, sono tutto il contrario di quello che fa il mio protagonista […].
[…] mi sono ispirato al lavoro di Germi quando ha girato “Signore e Signori”, avevo in testa quella roba là quando scrivevo. Quel film però analizza soltanto la dinamica uomo-donna perché al tempo i soldi non erano un problema, stavamo entrando nel boom economico e la parola crisi economica era stata cancellata dai vocabolari. Adesso è cambiato tutto perché questa situazione ha stravolto in maniera radicale il territorio, penso soprattutto alla Marca […]”.
Potete leggere l’intervista integrale nel mio blog sul sito del Corriere del Veneto
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