Resto sempre molto perplesso di fronte ad iniziative che cercano di limitare o bloccare “la rete”. Semplicemente perché non ho ancora capito cosa si intenda con l’espressione “la rete”: io continuo a considerare internet un semplice strumento, o se volete un luogo in cui le persone fanno delle cose. Di conseguenza le responsabilità delle azioni sono sempre delle persone che le commettono: cercare di azzerare la responsabilità personale parlando della “rete” come di un qualcosa che agisce in prima persona mi fa davvero incazzare.
La novità di oggi è che la Comunità Europea sta pensando ad una nuova legge per impedire la vendita online ai soggetti che non hanno un negozio “di mattoni e malta” (citazione letterale). No, non è uno scherzo (trovate la notizia su Corriere.it).
Non c’è niente da fare, la burocrazia e il potere politico ragionano (quasi) sempre in un’unica direzione: mantenere lo status quo, preservare il privilegio. E’ bello notare poi come la Storia continui a non insegnare niente: da millenni si cerca disperatamente di avversare in ogni modo le innovazioni culturali che minano gli equilibri consolidati, e da millenni si va incontro a fallimenti clamorosi. Niente, non impariamo niente dal passato: e allora via, è arrivato il momento di tornare a svuotare il mare con un cucchiaino (come fa giustamente notare Luigi Offeddu sul Corriere). Questa volta però usiamo un cucchiaino “di mattoni e malta”
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