Purtroppo ho letto l’intervista a Beatrice Borromeo pubblicata su Corriere.it, la tanto sbandierata anteprima del servizio da copertina di “A” (si dovrebbe dire cover story, ma io sono un po’ grezzotto). Mentre la leggevo ho provato un forte senso di disagio misto a nausea, poi sono passato velocemente alla vergogna e allo schifo. Soltanto in Italia ad una come la Borromeo si possono lasciar dire certe cose se impunemente (e qui bisognerebbe aprire una parentesi infinita sui nostri giornalisti…). Ecco perché ho decido di inaugurare una nuova sezione nel blog: “solo in Italia”. Si perché solo da noi possono succedere certe cose. Di seguito riporto alcuni dei passaggi più significativi di questa sconcertante intervista con relativi commenti.
Mentre li leggete tenete bene a mente che a parlare è Beatrice Borromeo, una che ha dovuto fare una dura gavetta per emergere e che è riuscita a farcela solo ed esclusivamente per le sue eccezionali capacità personali. Una di noi insomma, che è costretta a sudarsi la pagnotta mese dopo mese, che in più di un’occasione ha dovuto sbattere la testa contro il muro perché non sapeva come fare per arrivare a fine mese. Una che da sempre fa affidamento soltanto sulle sue qualità.
«In Italia è molto difficile iniziare un praticantato, se ne avessi l’occasione lo farei molto volentieri. Ho bisogno di tornare a lavorare in un ambiente dove posso imparare (per imparare potrebbe essere più utile farsi un mesetto dietro ad un tornio)».
«I ragazzi della mia età sanno che la situazione è questa, che far parte della classe dirigente italiana significa delinquere senza pagarne il prezzo. Che è inutile studiare, tanto sarai sempre scavalcato da qualcuno che probabilmente è meno bravo di te (chissà quanti giornalisti cazzuti in Italia non trovano spazio grazie a gente come la Borromeo, tra l’altro, Ndr). Vivono una frustrazione dopo l’altra, senza avere un Obama che galvanizza tutte queste forze. Questa rabbia, che non ha uno sbocco costruttivo, finisce per essere solo delusione. Quella Noemi, che incarna la generazione del Grande Fratello, dice, io voglio fare o la show girl oppure la politica. Perché ormai sono la stessa cosa. Perché quando Mara Carfagna viene messa al ministero delle Pari opportunità, la gente poi si convince che basta fare televisione e un calendario nuda per avere un ministero (lei invece è stata presa ad Anno Zero per le sue incredibili doti di giornalista). Si è perso il rispetto delle istituzioni e del merito che si conquista con la gavetta (gavetta che invce lei ha fatto alla grandissima, Ndr.). Se il quadro è questo, ci può stare se poi decidi di non aver voglia di combattere. Se magari ti fai di coca perché non hai voglia di pensare. Non è giusto, non è bello, non è accettabile, ma non è colpa loro. Non puoi aspettarti dalle persone che siano tutti straordinariamente forti, che abbiano delle utopie così grandi da dirsi: io faccio qualunque cosa!».
Quando sfoglia i giornali, e si vede paparazzata al mare col suo ragazzo come reagisce?
«Non mi fa piacere, soprattutto se c’è scritto che pago 2.500 euro per andare a farmi un week end. In quel caso mi indigno (si, perché di solito ne spende 20mila o no spende niente, dato che paga tutto il daddy o il fidanzato di turno, Ndr.), perché è tutto inventato di sana pianta e in maniera tendenziosa dai giornali di Berlusconi. E a furia di scriverlo, la gente poi ci crede. Chiunque critichi il sistema, anche in piccolo come me, loro cercano di smontarlo con delle falsità».
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