10 cose che forse non sapete su Pablo Escobar, il re dei Narcos fondatore del cartello di Medellin.
Da quanto Netflix ha lanciato Narcos, la serie dedicata alla vita di Pablo Escobar, è scoppiata ovunque la escobar-mania, cosa peraltro inevitabile di fronte ad un personaggio bigger than life come Escobar. E allora ecco 10 cose che forse non sapete su Pablo Escobar scoperte mentre lavoravo alla biografia su El Patron e che potete leggere in ebook oppure ascoltare in audiolibro.
1. Un ragazzo prodigio
Pablo Escobar fin da giovanissimo aveva dimostrato un talento innato per i negocios: al liceo aveva messo su mercato nero di fumetti usati e di compiti già svolti, per poi passare ai prestiti con tasso minimo ai suoi compagni di classe.
2. Mai stato povero
Contrariamente a quanto si creda Pablo Escobar non è mai stato povero. Suo padre era sì un campesino, ma nel senso di agricoltore, non era un semplice contadino. La famiglia Escobar infatti faceva parte dell’élite di Medellin: Isabel Gaviria Duqe, parente del Patron, era stata ad esempio la moglie del presidente della Colombia, mentre il suo padrino Joaquín Vallejo Arbeláez era un diplomatico e intellettuale colombiano.
3. Un paio di miliardi all’anno mangiati dai topi
I Narcos avevano un enorme problema di gestione del contate. Non sapevano dove metterlo. Ecco allora che lo conservavano ovunque, anche in appositi magazzini sotterranei. E così circa 2 miliardi di dollari all’anno se ne andavano in fumo a causa dei topi e dell’umidità. Sì, 2 miliardi all’anno. Dollaro più, dollaro meno.
4. La passione per il calcio
Come moltissimi suoi connazionali Pablo Escobar era un appassionato di calcio, tifosissimo dell’Atletico Nacional de Medellin. Sarà un caso ma proprio nel 1989 l’Atletico vince la sua prima e unica Copa Libertadores (l’equivalente della Coppa Campioni per il Sudamerica) e perderà la Coppa Intercontinentale contro il Milan di Sacchi soltanto al 119′ minuto grazie a un gol di Evani. Per non parlare della nazionale colombiana di Maturana e Valderrama, grande protagonista ai mondiali di Italia ’90.
Escobar, che durante la sua “reclusione” nella Cattedrale aveva perfino organizzato una partitella con la nazionale colombiana, era amico personale di molti giocatori, soprattutto del mitico René Higuita.
5. Bella vita Medellin
Vivere in Colombia negli ani ’80 non doveva essere facile: nel 1985 la Colombia presentava infatti il tasso di uccisioni più alto del mondo (attualmente il record è dell’Hondouras, la Colombia è scesa al 10° posto). Soltanto a Medellin in quell’anno vengono uccise 1.698 persone, e l’anno successivo il numero è più che raddoppiato: 3.500 morti ammazzati in un solo anno. Stiamo parlando di circa 10 omicidi al giorno.
6. Le figurine e il merchandising dei narcos
Pablo Escobar è ancora oggi un marchio popolarissimo in Colombia, a Medellin è ancora venerato come un benefattore e un santo (alla faccia dei 3.500 morti ammazzati all’anno di cui sopra…). Non a caso una delle principali attrazioni turistiche di Medellin è il tour sui luoghi dei narcos e si possono acquistare magliette, tazze e gadget di ogni tipo con il bel faccione di Escobar.
C’è anche l’album delle figurine per i bambini, perché si sa che è importante coltivare esempi positivi fin da piccoli.
7. Gli elastici costano un casino (per i narcos)
Gestire il contante è un problema, soprattutto se hai un giro d’affari di 40 miliardi di dollari all’anno (tutti in nero). E così senza neanche rendertene conto ti ritrovi a spendere 2.500 dollari al mese per comprare elastici da utilizzare per le mazzette di soldi. Son problemi.
8. Leader di settore
Il Cartello di Medellin nel suo momento di massimo splendore controllava direttamente l’80% di tutta la cocaina che usciva dal Sudamerica. Alla faccia dell’antitrust.
9. Famiglia e amanti
Legatissimo a moglie e figli, il boss si è comunque concesso negli anni qualche “deviazione”. Come sempre in questi casi i numeri non sono certificati, ma si parla di un migliaio di amanti, con centinaia di donne che scrivevano lettere a Escobar offrendogli la loro verginità o addirittura implorandolo di metterle incinta. Però la famiglia prima di tutto, mi raccomando.
10. Gi ippopotami rosa e l’Hacienda Napoles
Escobar aveva la fissa degli animali esotici, tanto che la sua Hacienda Napoles conteneva più di 200 specie di animali esotici. Vale la pena ricordare i mitici ippopotami rosa del boss, che si sono trovati talmente bene in Colombia da aver formato la più grande colonia di ippopotami rosa esistente al mondo (attualmente ce ne sono più di 50 e sono anche diventati un bel problema).
L’Hacienda Napoles (300 ettari di terreno a 100 kilometri da Medellin) era il regno personale di Pablo Escobar. Al suo interno oltre allo zoo c’erano uno stadio per la corrida, le collezioni di auto di lusso del boss, 12 laghi, piste di atterraggio per aerei ed elicotteri… Per il compleanno di suo figlio fece addirittura costruire una pista professionale da motocross e invitò i più importanti piloti del mondo dell’epoca per una garetta tra amici.
Oggi l’Hacienda Napoles è stata riconvertita ed è il più grande parco tematico della Colombia.
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