Jerry Calà: “Quelli che si fanno le pippe non sono mai dei geni”.

Jerry Calà, gli anni ’80, Andrea Scanzi e Matteo Renzi.

Jerry Calà: "Quelli che si fanno le pippe non sono mai dei geni".Jerry Calà mi è sempre piaciuto un casino, non ho nessun problema ad ammetterlo. La bella intervista fatta da Andrea Scanzi (che reputo uno dei pochi buoni giornalisti in Italia), mi ha confermato tutto il buono che ho sempre pensato di lui. Scanzi era davanti ad un personaggio che palesemente non gli piaceva e che non lo ha mai fatto ridere (lo dice lui stesso qui), e per tutta l’intervista ha (giustamente) cercato di mettere in difficoltà.

Jerry Calà, da grande qual è, sorvola con nonchalance sulle tante frecciate e dimostra, per l’ennesima volta, di essere un personaggio vero, autentico: dimostra di conoscere perfettamente i suoi limiti, nel bene e nel male, e mette a segno anche un paio di risposte fenomenali, tra aneddoti e genialità inconsapevole:

(Ferreri) Diceva durante le riprese: “Vedi , se io per sbaglio faccio passare un nano dietro di te, la critica ci scrive tre libri e si scervella: ‘Perché c’è quel nano? Che significato avrà?’ Si fanno le pippe sulle cazzate”. La penso come lui: quelli che si fanno le pippe non sono mai dei geni […]

Vacanze di Natale è un gioiellino. Non era volgare il film, ma la realtà. Vanzina mi mandò a Milano per studiare tre yuppies. Così entravo nella parte. Quando lessi il copione, consigliai di cambiarlo: troppo garbato. Gli yuppies erano fusi davvero.

E poi, francamente, smettiamola con ‘sta cazzata che gli anni ’80 sono stati solo edonismo, consumismo, yuppismo, ecc: non è vero, è un cliché superato e che annoia. Gli anni ’80 sono stati anni di enorme fermento, anni gioiosi che hanno lasciato un segno assolutamente positivo nel secolo scorso. Niente, i sapientoni non riescono a mandar già il fatto che sono stati anni divertenti, forse perché loro in quegli anni erano gli sfigati di turno e quindi li ricordano con orrore.

Finché non ci scrolleremo di dosso l’idea che farsi una risata è peccato, che ci vuole sempre e comunque l’impegno, che non si può essere geniali anche facendo un po’ di cazzate, continueremo a restare un provincia culturale, non ce n’è.

Dall’intervista emerge poi prepotentemente perché Calà piaccia così tanto, e cioè perché rappresenta nel bene e nel male l’italiano medio, cazzone cazzaro ma comunque positivo. Jerry Calà non ha mai recitato, ha sempre interpretato uno personaggio, se stesso. E tutta la sua italianità viene fuori di brutto quando si parla di politica:

Sono un po’ di sinistra e un po’ di destra… mi piace Matteo Renzi

Se volete leggere l’analisi politica post-intervista di questa frase la trovate qui. L’unica cosa che proprio non capisco di Scanzi è perché ce l’abbia tanto con gli ’80 e ripeta sempre gli stessi luoghi comuni triti e ritriti. Eppure anche lui come me  è nato a metà ’70 e ha vissuto i ’90, i 2000 e adesso si sta sciroppando i ’10. Forse è perché, come tutti quelli che parlano male degli anni ’80, non ha fatto in tempo a vivere i ’70 e quindi non si rende conto di cosa volesse dire vivere gli anni di piombo? E chi lo sa…

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