Più che savana, quella di Matteo Righetto, insegnante di lettere padovano, è una giungla con contaminazioni western e ambientazioni piccolo-padane che confluiscono nel paesino di San Vito Oltrebrenta, i suoi fiumi, i suoi bar, le sue campagne umide.
Savana Padana comincia con una scena all’insegna della suspense: due delinquenti, Sante e Berto, trasportano un cadavere in un furgone. Poi la storia riparte dall’inizio e lo fa con un bazar di personaggi, oggetti e accidenti pittoreschi: due bar, malavitosi locali, cinesi e zingari, carabinieri meridionali, poche donne ma dosate con pepe nei momenti giusti, una statua di Sant’Antonio dal valore misteriosamente inestimabile che un boss custodisce come un cimelio. Oltre, ordinari giri di droga e ruberie che però segnano una svolta: è il piccolo che scandisce la vita nel microcosmo padano assurto a simbolo di una fetta d’Italia, la pochezza d’animo raccontata con ironia spietata.
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