Quando ero piccolo compravo i fumetti dall’edicola di un piccolo paesino di provincia. La fornitura era incostante, la selezione squinternata e l’esposizione al di poco imbarazzante. Soprattutto, non c’era soluzione di continuità tra i Disney, i nuovi fumetti dell’allora Marvel Italia e i giornaletti porno sia a fumetti che hard-core, esposti in bella vista tra un Paperino e un Uomo Ragno edizione natalizia.
Non dimenticherò una delle scene topiche, in cui sceglievo tra i nuovi spillati arrivati e clamorosamente non poteva non cadermi l’occhio su una copertina oleografica di un supereroe chiamato il Punitore, ma che non aveva nulla a che fare con Frank Castle e non puniva criminali e narcotrafficanti, ma avvenenti signorine deflorandole con il suo mitra (non è una metafora). In questo bell’ambiente – ottimo per rinfocolare qualsiasi bieca perversione in un bambino/adolescente – c’era quasi sempre un tipo parcheggiato dall’aspetto laido, che di tanto in tanto, mentre sfogliava l’ultima rivista porno arrivata, sbuffava dicendo: «La Vita è una chiavica». […]