[…] Ma se invece (come non ho dubbi) la puttana barese (uso il termine a specificare una professione, così come direi di una sarta o di una grafica pubblicitaria) di nome Patrizia D’Addario ha conservato nel suo telefonino le immagini della camera da letto di Palazzo Grazioli di cui è stata ospite ammirata e remunerata, allora è diverso. Molto diverso. […]
Mi direte che no. Che l’uso delle puttane è un fatto privato. […] Mi direte che un John Fitzgerald Kennedy si avventava su qualsiasi cosa di femminile che respirasse. […] Sì, epperò scegliersi Marilyn come puttana non è lo stesso che scegliersi la D’Addario. E a parte il fatto che Marilyn non venne candidata a un seggio del Senato Usa, e mentre invece la D’Addario è stata lì lì per essere candidata a qualcosa. A questo di insopportabile siamo, nel regno di Danimarca.
[…] E poi c’è ancora una cosa. Io non ho nulla ma proprio nulla contro le puttane e lo dico da mane a sera, e anche se non le frequento. È diverso se tu sei il capo politico di un governo che vanta la sua ultracattolicità, che difende “la vita” anche quando non è più vita, di un governo che si mette la mano alla bocca quando parla di gay, che toglie le prostitute dalla via Salaria di Roma. Allora non ci siamo più, davvero non ci siamo più. Maledetto il regno di Danimarca e noi che ci viviamo dentro.
Leggi su Dagospia il testo integrale dell’articolo di Giampiero Mughini pubblicato su Libero.
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